Passato ormai oltre un mese dall’inizio della fase più acuta dell’epidemia di Coronavirus in Italia e in Lombardia in particolare, vorremmo in questo articolo riepilogare lo stato della situazione a Villasanta, con un occhio di riguardo per la situazione della RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale Villa San Clemente (per tutti, più comunemente, la casa di riposo di San Fiorano).
In tutto questo periodo i cittadini di Villasanta sono stati tenuti aggiornati in modo costante dalla comunicazione istituzionale del Comune e, in parallelo, dai videomessaggi diffusi via Facebook dal Sindaco. L’ultimo aggiornamento pubblico ricevuto da ATS Brianza (l’organismo sanitario di nomina regionale che ha accorpato le vecchie ASL Monza e Lecco) questa settimana parlava di 54 villasantesi ancora positivi a Covid-19 (in gran parte ricoverati), e 25 in regime di isolamento domiciliare. Risultano essere 4, stando ai dati ufficiali forniti da ATS, i defunti villasantesi che avevano contratto il virus.
I dati ufficiali, però, arrivano quasi sempre in ritardo e in modo frammentario – la struttura regionale delle ATS si è dimostrata impreparata a gestire un evento simile – e raccontano solo una piccola parte della verità relativa al contagio. Dopo quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza, infatti, Regione Lombardia non riesce a garantire un numero sufficiente di test quotidiani (i cosiddetti tamponi) per verificare quante siano effettivamente le persone affette da Covid-19. In queste settimane tantissime persone, nella nostra Regione – e molte, purtroppo, tra i nostri medici e operatori sanitari in prima linea – hanno contratto il virus senza mai essere state testate e senza dunque risultare nelle statistiche ufficiali. Tanti di loro sono concentrati nelle residenze per anziani, uno dei maggiori focolai dell’intera Lombardia e, come si vedrà poi, anche di Villasanta. Più in generale sono, purtroppo, migliaia in tutta la Regione i decessi attribuibili al Covid-19 ma non verificati da alcun test, e che andrebbero sommati agli oltre 11.000 ufficiali (qui un esempio tratto dai Istat sui capoluoghi lombardi).
Osservando i dati dell’anagrafe comunale, si nota come anche a Villasanta, nei mesi di Marzo e Aprile (fino al 17/04), si sia verificato un numero di persone scomparse decisamente superiore rispetto alla media degli ultimi cinque anni (+172%, dato parziale). Ancora più netto è il dato di Marzo: da quando vengono registrati i dati su basi mensile, mai erano decedute 39 persone in un solo mese, a Villasanta (con un aumento del 225% sulla media del quinquennio precedente). Il dato della prima metà del mese di Aprile (24 decessi), purtroppo non mostra un miglioramento. Appare chiaro, dunque, come la pandemia abbia colpito anche la nostra comunità molto più in profondità rispetto a quanto dicano i dati ufficiali della Regione.

Solidarietà e azioni concrete
Fin qui, i dati e i limiti del loro monitoraggio. Ci sono, però, due aspetti molto positivi che in questa emergenza vanno evidenziati: la stragrande maggioranza dei villasantesi sta dando prova di saper ascoltare e rispettare le istruzioni delle autorità, limitando al minimo spostamenti e assembramenti; la rete della solidarietà attiva in paese sta reggendo bene al grande sforzo richiesto. Il nostro Comune ha attivato già nelle prime settimane di Marzo una cabina di regia pubblica, in capo alla Polizia Locale e al settore Servizi Sociali, con l’obiettivo di coordinare enti, associazioni, farmacie, commercianti e volontari che volessero contribuire ad aiutare i cittadini in difficoltà, a causa del virus o della solitudine forzata. La risposta da parte di tutti è stata, finora, ottima, e il ringraziamento a chi si sta impegnando giorno per giorno consegnando spesa, pasti e medicinali, producendo protezioni facciali, ascoltando le richieste di chi è rimasto solo, è più che dovuto.
Anche la distribuzione dei buoni spesa nati dai fondi governativi (74.000 euro destinati a Villasanta) procede spedita, e oltre una trentina delle richieste pervenute in Comune (circa 125, al momento) sono già state evase. Segno che di questa misura che alcuni, con superbia, hanno definito “una mancetta”, c’era più che bisogno (sul sito del Comune tutte le informazioni a riguardo). A tal proposito, il Comune ha creato un conto corrente su cui far confluire le donazioni dei villasantesi, e che servirà ad andare ad aumentare i fondi a supporto delle fasce più fragili della popolazione per i prossimi mesi, le cui difficoltà non diminuiranno nei prossimi mesi:

Per dare il buon esempio, il gruppo consigliare della lista civica Cittadini per Villasanta ha già provveduto a donare 1000€, ma la risposta generale è stata in pochi giorni davvero buona, a dimostrazione di come la nostra comunità si stia mobilitando unita nell’emergenza.
Da mercoledì 15 Aprile è attiva anche la distribuzione del pacchetto delle protezioni facciali, casa per casa, in tutta Villasanta: la dotazione iniziale sarà di 5 protezioni facciali per nucleo famigliare, eccezion fatta per i medici di famiglia e per la RSA Villa San Clemente, destinatari di una dotazione maggiore. Gli encomiabili volontari del comitato villasantese della Croce Rossa ne hanno prodotte oltre 25mila in poche settimane, andando a rimpinguare lo scarno pacchetto (neanche 4mila pezzi) giunto da Regione Lombardia e la fornitura della Protezione Civile. La decisione presa è stata quella di non andare a sovraccaricare il paese con punti di distribuzione sul territorio (farmacie o altri locali), in modo da evitare assembramenti e lunghe code. Solo volontari certificati, formati e adeguatamente protetti di Croce Rossa e Protezione Civile, con la supervisione della Polizia Locale, si occupano della distribuzione.
La Situazione della RSA Villa San Clemente
Dato il quadro generale sulla situazione villasantese, è necessario un approfondimento su quanto accaduto all’interno della RSA di San Fiorano, il luogo più colpito in paese.
Una storia iniziata fin dal 23 Febbraio, giorno in cui la direzione dell’RSA manifesta il desiderio di chiudere alle visite degli esterni, in modo da ridurre le possibilità di contagio. A quanto risulta all’Amministrazione (confermato anche da casi analoghi di altri comuni lombardi), ATS risponde fermamente che la chiusura avrebbe causato la perdita dell’accreditamento regionale, costringendo dunque la struttura a mantenere aperto il canale maggiormente pericoloso per il contagio, quello delle visite di parenti e conoscenti degli ospiti. Negli stessi giorni, anche le richieste provenienti dai Comuni di chiusura dei Centri Diurni per Disabili (CDD) e Centri Diurni Integrati (CDI, i centri per anziani) vengono respinte da ATS, non essendo previste nelle ordinanze regionali.
La RSA di Villasanta verrà chiusa al pubblico solo il 5 Marzo, quasi due settimane dopo, a seguito del DPCM del 4 Marzo promulgato dal Governo, il primo di una lunga serie.
Nelle due settimane successive alla chiusura la situazione peggiora, discostandosi dall’andamento ordinario di una struttura di questo tipo che, ospitando soggetti in media molto anziani, non più autosufficienti e spesso aventi una o più patologie pregresse, è già di per sé soggetta a rischi molto alti. In tutto ciò, l’Amministrazione comunale intensifica i propri rapporti con la direzione amministrativa e sanitaria della struttura, chiedendo di ricevere aggiornamenti sempre più dettagliati sulla situazione.
A questo punto – intorno al 20 Marzo – le prime azioni sono già state intraprese o pianificate in autonomia da parte della RSA, in modo da cercare di ridurre l’impatto del virus sui pazienti, specie dopo che un’operatrice sanitaria al lavoro nella struttura viene trovata positiva al Covid-19 dopo ricovero in ospedale: spostamenti di pazienti, creazioni di ali dedicate agli ospiti ritenuti sani, sanificazione di tutti gli spazi, acquisto in autonomia dei dispositivi di protezione individuale per tutto il personale.
Quel che già emerge, purtroppo, è la scarsa collaborazione degli organismi competenti sulla tutela della salute degli ospiti della RSA, ATS e Regione Lombardia. In particolare, viene negata alla struttura la possibilità di sottoporre al tampone gli ospiti, in modo da riuscire a circoscrivere con più chiarezza il numero dei contagiati, separandoli dai pazienti sani. ATS respinge la richiesta poiché ritenuta non in linea con il protocollo di Regione Lombardia, che, in quel momento, prevede che il tampone venga fatto solo a pazienti plurisintomatici e ospedalizzati, e in nessun caso agli asintomatici, nemmeno nelle case di riposo.
Il 25 Marzo, dopo diversi solleciti informali, il Sindaco invia una PEC ufficiale alla Direzione Generale e Sociosanitaria di ATS (con in copia ASST Monza e Vimercate, Provincia di Monza e Brianza, Prefettura di Monza, Comando dei Carabinieri), facendosi nuovamente portavoce delle richieste della direzione sanitaria della RSA di Villasanta, e chiedendo un intervento immediato per una situazione in continuo peggioramento. Il giorno successivo ATS risponde nuovamente che i test a tappeto per ospiti e personale della RSA non sono previsti dal protocollo vigente di Regione Lombardia, e che dunque non sono autorizzati a procedere con i tamponi, pur dando inizio a un’interlocuzione diretta con la direzione della RSA di Villasanta.
Il 27 Marzo anche gli esponenti di minoranza in Consiglio Comunale – sempre informati sullo stato della situazione – scrivono al Sindaco e a Regione Lombardia sollecitando interventi urgenti per la tutela della salute di pazienti e personale.
Sabato 28 Marzo il Cittadino dedica la sua prima pagina alla situazione dell’RSA di Villasanta, riportando la notizia di 16 decessi avvenuti nelle settimane precedenti. Nella seconda metà del mese si registra infatti il picco dei decessi nella struttura, in linea con le terribili tendenze regionali. Nessuno dei decessi viene ufficialmente ricondotto all’epidemia di Coronavirus, dato che alla struttura non viene permesso di fare i tamponi nemmeno ai defunti (che, dunque, non rientrano né nel conteggio regionale, né nell’ormai famoso bollettino nazionale delle ore 18). Non è però difficile pensare, ascoltando le testimonianze dirette degli operatori della RSA, che la maggioranza dei tanti decessi avvenuti nella struttura siano riconducibili a Covid-19.
Nel frattempo, emerge sempre più forte la situazione drammatica delle residenze per anziani in tutta la Lombardia, a partire dalla bergamasca, la zona più colpita dalla pandemia. Il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, sollecitato sull’argomento solo il giorno prima, venerdì 27 Marzo, aveva dichiarato in conferenza stampa che “la situazione nelle RSA della Regione è sotto controllo”, una dichiarazione drammaticamente smentita da tante situazioni locali, Villasanta compresa.
Nei giorni successivi anche altri Comuni della Provincia segnalano la stessa emergenza sanitaria delle RSA pubbliche e private, sollecitando a loro volta un intervento da parte di ATS. Solo a quel punto, e sotto una pressione sempre maggiore da parte di stampa e opinione pubblica, cambia la linea di ATS e Regione Lombardia sui tamponi nelle RSA. Il 31 Marzo, Silvano Casazza, direttore generale di ATS Brianza, scrive quanto segue ai Sindaci di tutta la Provincia:
E’ in atto, inoltre, un costante monitoraggio sia telefonico, ove necessario, che con report periodici sull’ andamento della situazione complessiva del territorio. Ancora, si è intervenuto, ove ritenuto necessario e all’interno delle indicazioni in materia, con l’effettuazione di tamponi, con l’intento che la loro effettuazione per ricerca Covid nelle RSA deve essere funzionale all’isolamento dei pazienti con sintomatologia clinica riconducibile a COVID, al fine di agevolarne l’assistenza da parte degli operatori ed evitare il contatto con ospiti privi di sintomatologia e/o COVID negativi.
Il protocollo regionale viene finalmente scavalcato, dopo essere stato sconfessato a tempo di record dallo stesso Presidente Fontana, e la situazione inizia a sbloccarsi. La RSA di Villasanta chiede subito di poter effettuare una prima serie di tamponi su ospiti asintomatici e personale sanitario, in modo da verificare lo stato del contagio nella struttura; ATS mette però a disposizione solo una parte del materiale necessario, non riuscendo a garantire un numero di tamponi tale da coprire la richiesta. I tamponi vengono ricevuti e poi effettuati su operatori sanitari e pazienti asintomatici solo nella settimana successiva; i risultati dei test arrivano lunedì 5 Aprile, oltre tre settimane dopo l’inizio dell’emergenza. Grazie alle analisi e alle nuove positività registrate, il personale riesce a suddividere ulteriormente i pazienti rimasti, isolando sempre più i non contagiati.
Intanto, il 4 Aprile è già apparso su Repubblica il primo di una serie di articoli firmati da Gad Lerner sulla situazione del Pio Albergo Trivulzio, la residenza per anziani più grande e famosa della Regione, che diverrà oggetto di indagine nei giorni successivi. Il 6 Aprile l’Ordine dei Medici della Lombardia diffonde la durissima lettera inviata all’Assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, sulla gestione dell’emergenza da parte della Regione, criticando, tra gli altri aspetti:
3) La gestione confusa della realtà delle RSA e dei centri diurni per anziani, che ha prodotto diffusione del contagio e un triste bilancio in termini di vite umane (nella sola provincia di Bergamo 600 morti su 6000 ospiti in un mese).
Intanto, nella RSA di Villasanta la situazione inizia piano piano a migliorare con l’avvicinarsi della Pasqua, e il 9 Aprile la direttrice amministrativa della RSA ringrazia pubblicamente l’Amministrazione comunale per la vicinanza e il supporto dimostrati in una fase difficilissima.
In contemporanea, sul Giornale di Vimercate, compare purtroppo un attacco diretto all’Amministrazione da parte del Consigliere di opposizione Antonio Ubiali, che va a rompere il clima di collaborazione fin lì creatosi con le minoranze. Il Consigliere prima minimizza, dichiarando che quello delle RSA “è un problema che si sta riscontrando ovunque”, e poi aggiunge, sibillino: “Abbiamo notato una certa rigidità nella capacità operativa dell’Amministrazione comunale nel gestire questa difficile situazione”. E ancora: “Avremmo preferito una informazione più puntuale ed efficace da parte del Sindaco”.
Queste affermazioni provano da un lato a deresponsabilizzare le autorità sanitarie e politiche regionali (e no, non sta succedendo ovunque con la veemenza vista in Lombardia) e, dall’altro, a implicare che l’Amministrazione comunale non abbia fatto abbastanza, fatto smentito dagli atti citati in questa ricostruzione e dal successivo ringraziamento ricevuto dalla direzione della stessa RSA (e pur non avendo l’amministrazione comunale competenza in materia). Sulla mancata diffusione delle informazioni, si può solo aggiungere che minoranza e maggioranza si stanno trovando da ormai quasi un mese, una volta alla settimana, in teleconferenza per aggiornamenti sulla situazione. Non sono molti i Comuni che hanno tenuto un così elevato grado di collaborazione interna durante la fase di crisi. Insomma, al Consigliere non si può che dedicare, per l’ennesima volta, un vecchio detto: un bel tacer, non fu mai scritto…
Arrivati alla fine di questa ricostruzione, l’invito a chi ci legge è quello di continuare a seguire gli aggiornamenti costanti sulle pagine del Comune, del Sindaco e sui mezzi della Lista. Sperando che la cosiddetta Fase 2 sia più vicina che mai.
Tags: Amministrazione, Cittadini per Villasanta, Coronavirus, Covid-19, RSA Villasanta, Villasanta
Ottimo articolo di vero giornalismo. Una grazie da una ex-villasantese.
Grazie mille! Ho cercato di inserire tutti i dettagli a disposizione.
Eccellente l’articolo e grazie per le informazioni .
Giuseppe Tagliabue